venerdì 28 marzo 2014

Carlo Rovelli: "La realtà non è come ci appare"


Carlo Rovelli
La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose
Raffaello Cortina Editore, Milano 2014,
pp. 242, € 22

Nell’arco dei millenni della sua storia, l’uomo ha sempre accresciuto le sue conoscenze riguardo l’Universo. A partire dalla scoperta che la Terra non è piatta e che non è immobile al centro dell’Universo, si è arrivati fino alla consapevolezza dell’esistenza di galassie e buchi neri e si è compreso che tutto ciò che osserviamo e conosciamo ha avuto origine in un evento datato 14 miliardi di anni fa, il Big Bang.

Il XX secolo è stato segnato dall’emergere di due grandi scoperte in ambito fisico: la relatività generale e la teoria dei quanti, che conducono oggi a nuovi problemi legati alla concezione del tempo, dello spazio e della materia stessa. Queste problematiche possono essere sussunte nell’insieme di questioni aperte dalla gravità quantistica, che rappresenta il tentativo di rendere coerenti le due grandi scoperte di Einstein e Planck.

Alla comprensione di questa sfida della fisica contemporanea il lettore è guidato da Carlo Rovelli, creatore di una delle principali linee di ricerca di gravità quantistica e tra i fisici teorici più attenti alle implicazioni filosofiche dell’area scientifica. Rovelli si fa carico anche del lettore non fisico e lo accompagna in un viaggio che ha inizio a Mileto nel 450 a. C. con Talete e che prosegue passo dopo passo, da Democrito e Aristotele passando per Galileo e Newton, fino a Einstein, Planck e ancora oltre.

Questo viaggio conduce nel profondo del mondo della fisica, della quale risultati e problemi possono essere compresi nella loro interezza e complessità unicamente se l’attenzione si rivolge al passato e quindi alla loro origine. È allora con uno sguardo d’insieme sulla storia di filosofia e scienza, un tempo strettamente intrecciate, che si scopre che molti guadagni della fisica hanno radici antiche: come l’ipotesi atomica, proposta dal greco Democrito più di duemila anni prima della prova definitiva di Einstein; oppure la decisione di creare un sistema con al centro il Sole invece della Terra di Copernico, che nacque dal desiderio dell’astronomo di correggere l’Almagesto di Tolomeo.


Rovelli insegna che la fisica contemporanea non è solo un insieme di formule ed ipotesi che via via allargano la nostra conoscenza, ma la storia di uomini che sin dall’antichità si sono interrogati rivolgendo il proprio sguardo al di là di se stessi, verso le realtà nascoste e sconfinate dell’Universo. 

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Direttamente da Nuova Secondaria.

mercoledì 29 gennaio 2014

Postcards from Paris #2: il cocktail


Una cosa che ho imparato lavorando nell'ambito della comunicazione è che i contatti sono un aspetto fondamentale nella vita lavorativa e che è fondamentale saperci fare con le persone ed essere in grado di gestire con abilità le pr: con chiunque un giorno potrebbe nascere un partenariato, una società, un'amicizia. 

In questo contesto, è necessario non solo di mantenere i contatti esistenti o coltivare quelli presenti in realtà normalmente frequentate, ma andare più in là e spingersi fino a crearne di nuovi, da zero, anche se di legami apparentemente non ce ne sono.

Ma come si può arrivare ad ottenere nuovi contatti?

L'obiettivo di questo post è di raccontarvi che a Parigi esiste un metodo perfetto per conoscere nuove persone: il "cocktail".

I cocktails non sono nient'altro che eventi (per lo più serali), che vengono organizzati a seguito di una conferenza, una premiazione, oppure che sono pensati per festeggiare il compleanno di una società o semplicemente per farsi conoscere. Per questo motivo, per partecipare ad un cocktail non si deve pagare l'ingresso, perché il prezzo del biglietto è la propria presenza, guarnita non solo di competenze personali e del proprio progetto di vita e lavoro, ma di un carnet di biglietti da visita e di conoscenze.

Partecipare ad un cocktail a Parigi non è difficile, basta iscriversi alle newsletters giuste. Individuato il campo d'interesse vanno spulciati i siti di istituzioni, imprese o agenzie e concedergli la propria mail: presto o tardi gli inviti cominceranno a fioccare e per i motivi più disparati. A questo punto non resta che iscriversi a tutti gli eventi potenzialmente interessanti per evitare di restare a bocca asciutta (perché in genere hanno un numero limitato di posti) e il giorno prescelto decidere se effettivamente ne può valer la pena (può capitare anche che si accavallino più eventi in una sera, a voi la decisione).

E' vero che non tutti i cocktail sono uguali e ci sono ambienti che si prestano meglio di altri alle chiacchiere, anche perché non sempre i frequentatori sono persone interessanti per il proprio mestiere. Per questo occorre diffidare soprattutto degli eventi offerti dal Comune di Parigi, che essendo i più noti, spesso vedono la presenza della fauna di coloro che approfittano del momento del cocktail per lanciarsi (letteralmente) sui buffet e per riempirsi, oltre allo stomaco, la borsetta (una volta ho visto uno sciame di persone inseguire un cameriere con un vassoio di macarones, sembravano avvoltoi, rimpiango ancora di non aver fatto in tempo a fare un video). Atteggiamenti che, nonostante i tempi di crisi, oltre ad essere deprecabili creano anche un po' di confusione.

Per chi al cocktail vuole andare per obiettivi diversi dal rifocillamento, una volta giunto il momento bisogna armarsi di voglia di fare conoscenza, di un bel bicchiere di champagne e buttarsi nella mischia. La riuscita è quasi sempre certa se si è abbastanza intraprendenti e se si ha qualcosa di interessante da dire, perché alla fine l'obiettivo di tutti i presenti è lo stesso: conoscere nuove persone.

Certo, ci sono alcuni trucchetti utili per attaccare bottone o per staccarsi da un chiacchierone che però non ha nulla di interessante da offrire, ma che punta ad ottenere solo il vostro biglietto da visita, come iniziare con un complimento o fuggire con la scusa della persona che ti sta aspettando dall'altra parte della sala (molto più sicuro della scusa della sigaretta o di un altro bicchiere di champagne).

A fine serata non resterà poi che fare la conta dei preziosi cartoncini ottenuti e, perché no, aggiungere un piccolo commento nel caso il contatto sia particolarmente interessante. Poi non dimenticatevi di LinkedIn (e Viadeo per i francesi), sempre utile per creare un ulteriore legame con le persone conosciute e mostrare anche la vostra poliedricità ed i vostri interessi lavorativi.

Infine, per la riuscita del cocktail perfetto, rimane un ultimo, ma fondamentale, accorgimento: ricordate che "cocktail" a Parigi fa rima con "champagne", perciò il divertimento è assicurato!