mercoledì 16 novembre 2011

Il pensiero dello studente: il valore della ricerca


Andrea, 24 anni, studente di Astrofisica

Pensa ogni tanto a cosa vuol dire essere italiano e/o appartenere ad un Paese come l’Italia?
Assolutamente.

Che cosa ritiene identifichi l’essere italiano, l’appartenere ad un Paese come l’Italia?
Lo stile italiano, nel senso positivo del termine, che si caratterizza per un buon equilibrio tra bellezza e semplicità e si esplicita nel modo in cui si mangia, in cui ci si veste, nelle automobili, che sono piccole opere d’arte. Questo stile e il suo manifestarsi è veicolato dalla passione che mettiamo in ogni cosa che facciamo, la quale ci permette di raggiungere livelli di eccellenza altrimenti improbabili. Un esempio è quello della Ferrari, che è una briciola nel mondo rispetto ad altri sistemi, eppure riesce ad essere un’azienda di grandissimo valore proprio per la passione dimostrata da chi vi lavora.

Quali aspetti dell’Italia La deludono o La fanno arrabbiare?
La politica mi delude continuamente. Quello che mi delude non è però solo la mancanza di valori dimostrata dai politici, ma soprattutto di dignità, che si è trasformata in una perdita di credibilità dell’immagine di chi ci dovrebbe rappresentare anche all’estero. Inoltre la politica è diventata troppo autoreferenziale. Anche la televisione italiana mi delude, perché segue di pari passo come sta andando la politica. In sostanza, però, ciò che mi delude maggiormente è l’assenza di una qualunque alternativa politica, dovuta al fatto che ognuno pensa solo ai propri interessi, cosa che, evidentemente, impedisce che si possano generare pensieri nuovi e differenti.

Ci sono aspetti del nostro Paese che La rendono orgoglioso di appartenervi?
Lo sport mi rende orgoglioso, perché nonostante il nostro Paese sia piccolo e relativamente concentrato solo sul calcio, ci sono comunque molte persone che in sport meno conosciuti e poco retribuiti mettono molta passione e offrono così successi anche inaspettati. Mi rendono orgoglioso anche quelle menti italiane che, nonostante la cultura non progressista del nostro Paese, hanno realizzato evoluzioni dal punto di vista sia scientifico che culturale. Tutti questi personaggi consentono di identificarsi come Nazione: infatti scienziati come Enrico Fermi, sportivi come Federica Pellegrini o registi come Roberto Benigni offrono un certo tipo di orgoglio nazionale a prescindere da ciò che sta succedendo oggi.     

In che modo viene considerato quello che fa nel nostro Paese?
Io studio Astrofisica per passione e riconosco che fare scienza in Italia sia oggi molto difficile perché non c’è uno sguardo verso il futuro, come sottolinea l’assenza di investimenti, e quindi ci sono poche possibilità e poche scelte per chi vuole studiare e ricercare. Questo vale perlomeno per chi non appartiene a quei rari casi di studiosi che finiscono per lavorare per il Cern o a Trieste (il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste è stato fondato nel 1984 da Margherita Hack, nda), che rappresentano le uniche due isole felici per la ricerca italiana e in cui si viene pagati per quello che si studia. Proprio per queste difficoltà in Italia il progresso in campo astrofisico può essere portato avanti solo da chi possiede una grande passione e spirito di iniziativa. Il problema però è che questi sforzi vengono poi nella maggior parte dei casi premiati in altri Paesi, come la Germania o l’Olanda, in cui le ricerche in campo astrofisico (ma non solo, nda) sono incentivate.

Ha qualche pronostico in mente sul futuro dell’Italia?
Se le cose continuano così secondo me finiamo nella merda, però questo è un parere personale e non di un esperto. Dunque spero che ci sia un inversione di tendenza in proposito, o quantomeno impegnarsi maggiormente nel tentativo di far uscire il Paese da questo periodo di recessione non solo finanziaria ma anche culturale. L’unico punto fermo è che di certo potremmo fare molto meglio, perché in passato lo abbiamo fatto.

Ha qualche consiglio da dare al nostro Paese e/o alle persone che lo compongono?
Sicuramente di stare più uniti, ma anche di cercare una strada comune non dovuta a chi ci rappresenta, ma che nasca dalla gente, ovvero da chi poi è in realtà il Paese.

Direttamente dal blog Thema.

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