mercoledì 30 novembre 2011

Intervista al Direttore dell'Area Digital del Gruppo Sole 24 Ore


Stefano Quintarelli, 46 anni, imprenditore prestato al management

Pensa ogni tanto a cosa vuol dire essere italiano e/o appartenere ad un Paese come l’Italia?
Certamente.

Ci sono aspetti del nostro Paese che La rendono orgoglioso di appartenervi?
Sì, la qualità della vita, la fantasia, il gusto, l’inventiva.

Quali aspetti dell’Italia La deludono o La fanno arrabbiare?
Che i nostri rappresentanti non sono rappresentativi e danno un’immagine peggiore del Paese reale.

Ha qualche pronostico in mente sul futuro dell’Italia?
È scritto. Il profilo demografico del Paese indica invecchiamento. Occorrerà aprire l’immigrazione, passare da Jus sanguinis a Jus solis. La crisi economica aumenterà per poco meno di una generazione, poi ci sarà un riequilibrio ed un rilancio.

Ha qualche consiglio da dare al nostro Paese e/o alle persone che lo compongono?
Lavorare di più, più efficientemente, e guardare meno al passato.

Direttamente da Thema.

sabato 19 novembre 2011

La musa in fuga

Illustrazione di Giacomo Bagnara
La inseguo, disperatamente, ma lei fugge, continua a correre lontana lasciandomi sulla scrivania quella sindrome da foglio bianco che crea i più forti dei disagi. L’ispirazione se n’è volata fuori dalla finestra e mi ha abbandonata lì, da sola, con la penna come se fosse scarica, la testa pulsante di tensione. Il vuoto che ha lasciato è dei più dolorosi, così ricco di significato, così intenso. 
Ma io non mi arrendo. Dopo alcuni minuti di agonia mi decido per la sua ricerca, indosso il trench e i wayfarer – le cose dall’aspetto più poliziesco che ho – e esco di corsa, pronta per l’inseguimento. Come un segugio mi muovo furtiva e convinta, con sguardi di sottecchi osservo le persone e le loro espressioni, cerco storie nei loro abiti, nei loro sguardi, nei loro odori. Per alcuni brevi istanti una fascia si trasforma in turbante indiano ed incontro un santone, ma accidenti, è Siddharta, non può essermi d’aiuto: già visto e già sentito. Cerco allora la mia musa personale nel vomito che qualcuno ha regalato alla metropolitana, subito partono flash su droga, alcool, musica. Un artista che magari ha fatto una brutta fine? Ma alla mente tornano i soliti volti noti, i 27enni maledetti, da Jimi a Kurt, passando per Janis e Jim, e da quest’anno si è poi aggiunta anche Amy. 
Mi stufo di questi cliché e mentre mi guardo intorno mi ferma una strega dotata di poteri oscuri, o perlomeno, lei si presenta così. L’esoterismo è sempre stato un argomento stimolante, Jung ci ha persino scritto dei libri e litigato con Freud, così almeno mostra Cronenberg in A dangerous method. Il tentativo di capire il reale muovendosi al di là di esso, la ricerca che si spinge in quegli interstizi che scienza e filosofia non riescono a cogliere, come se fossero trasparenti, questa è la ricerca delle verità occulte. La verità è strettamente legata col mistero, rivelata solo agli iniziati, ovvero a coloro che accettano di sottostare ad una ferrea disciplina per addentrarsi nei segreti del mondo. 
Cerco la mia strada con i Pitagorici e mi abbandono alla musica dell’universo. La strega si è rivelata, non è nient’altro che lei di ritorno, l’ispirazione mai andata via, solo nascosta nelle pieghe dell’arcano.

Direttamente da CTRL magazine.

mercoledì 16 novembre 2011

Il pensiero dello studente: il valore della ricerca


Andrea, 24 anni, studente di Astrofisica

Pensa ogni tanto a cosa vuol dire essere italiano e/o appartenere ad un Paese come l’Italia?
Assolutamente.

Che cosa ritiene identifichi l’essere italiano, l’appartenere ad un Paese come l’Italia?
Lo stile italiano, nel senso positivo del termine, che si caratterizza per un buon equilibrio tra bellezza e semplicità e si esplicita nel modo in cui si mangia, in cui ci si veste, nelle automobili, che sono piccole opere d’arte. Questo stile e il suo manifestarsi è veicolato dalla passione che mettiamo in ogni cosa che facciamo, la quale ci permette di raggiungere livelli di eccellenza altrimenti improbabili. Un esempio è quello della Ferrari, che è una briciola nel mondo rispetto ad altri sistemi, eppure riesce ad essere un’azienda di grandissimo valore proprio per la passione dimostrata da chi vi lavora.

Quali aspetti dell’Italia La deludono o La fanno arrabbiare?
La politica mi delude continuamente. Quello che mi delude non è però solo la mancanza di valori dimostrata dai politici, ma soprattutto di dignità, che si è trasformata in una perdita di credibilità dell’immagine di chi ci dovrebbe rappresentare anche all’estero. Inoltre la politica è diventata troppo autoreferenziale. Anche la televisione italiana mi delude, perché segue di pari passo come sta andando la politica. In sostanza, però, ciò che mi delude maggiormente è l’assenza di una qualunque alternativa politica, dovuta al fatto che ognuno pensa solo ai propri interessi, cosa che, evidentemente, impedisce che si possano generare pensieri nuovi e differenti.

Ci sono aspetti del nostro Paese che La rendono orgoglioso di appartenervi?
Lo sport mi rende orgoglioso, perché nonostante il nostro Paese sia piccolo e relativamente concentrato solo sul calcio, ci sono comunque molte persone che in sport meno conosciuti e poco retribuiti mettono molta passione e offrono così successi anche inaspettati. Mi rendono orgoglioso anche quelle menti italiane che, nonostante la cultura non progressista del nostro Paese, hanno realizzato evoluzioni dal punto di vista sia scientifico che culturale. Tutti questi personaggi consentono di identificarsi come Nazione: infatti scienziati come Enrico Fermi, sportivi come Federica Pellegrini o registi come Roberto Benigni offrono un certo tipo di orgoglio nazionale a prescindere da ciò che sta succedendo oggi.     

In che modo viene considerato quello che fa nel nostro Paese?
Io studio Astrofisica per passione e riconosco che fare scienza in Italia sia oggi molto difficile perché non c’è uno sguardo verso il futuro, come sottolinea l’assenza di investimenti, e quindi ci sono poche possibilità e poche scelte per chi vuole studiare e ricercare. Questo vale perlomeno per chi non appartiene a quei rari casi di studiosi che finiscono per lavorare per il Cern o a Trieste (il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste è stato fondato nel 1984 da Margherita Hack, nda), che rappresentano le uniche due isole felici per la ricerca italiana e in cui si viene pagati per quello che si studia. Proprio per queste difficoltà in Italia il progresso in campo astrofisico può essere portato avanti solo da chi possiede una grande passione e spirito di iniziativa. Il problema però è che questi sforzi vengono poi nella maggior parte dei casi premiati in altri Paesi, come la Germania o l’Olanda, in cui le ricerche in campo astrofisico (ma non solo, nda) sono incentivate.

Ha qualche pronostico in mente sul futuro dell’Italia?
Se le cose continuano così secondo me finiamo nella merda, però questo è un parere personale e non di un esperto. Dunque spero che ci sia un inversione di tendenza in proposito, o quantomeno impegnarsi maggiormente nel tentativo di far uscire il Paese da questo periodo di recessione non solo finanziaria ma anche culturale. L’unico punto fermo è che di certo potremmo fare molto meglio, perché in passato lo abbiamo fatto.

Ha qualche consiglio da dare al nostro Paese e/o alle persone che lo compongono?
Sicuramente di stare più uniti, ma anche di cercare una strada comune non dovuta a chi ci rappresenta, ma che nasca dalla gente, ovvero da chi poi è in realtà il Paese.

Direttamente dal blog Thema.

martedì 8 novembre 2011

Leonard Freed, "Io amo l'Italia"

Leonard Freed, Roma 1958
© Leonard Freed -
Magnum (Brigitte Freed)
Leonard Freed, Firenze 1958
© Leonard Freed -
Magnum (Brigitte Freed)
Leonard Freed, Napoli, 1956
© Leonard Freed -
Magnum (Brigitte Freed)
“Io amo l’Italia” è una dichiarazione di intenti, una testimonianza sotto forma di mostra della “lunga storia d’amore” che il fotografo americano Leonard Freed (New York, 1929 – 2006) ha intessuto per circa cinquant’anni con il nostro Paese. Sono 100 gli scatti, tra modern e vintage print, che raccontano questo amore per un popolo spontaneo, per la gente comune e il suo calore umano, descritti con pathos dalla grande sensibilità che trapela dalle foto dell’artista.
Scrive infatti Camillo Fornasiei, Presidente della Fondazione Stelline: “Il grande maestro e personaggio che segna la storia della fotografia, associato alla Magnum dagli anni '50, con Io amo l'Italia, ci regala l'immagine di noi stessi, dell'Italia e degli italiani, portando al nostro occhio un'indimenticabile ritratto di un’unità nelle singolarità. Quella delle società, delle comunità, delle città, da Napoli, Roma, Venezia, Milano, dei singoli”.
Proprio per questo l'esposizione rientra nel calendario ufficiale nazionale delle iniziative per le celebrazioni del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia che hanno ottenuto la concessione del logo, in quanto costituisce un variegato ed esauriente ritratto della società italiana dalla metà del Novecento a questo secolo.

Mostra che si tiene alla Fondazione Stelline (Corso Magenta 61, Gallery I) dal 20 ottobre 2011 all'8 gennaio 2011. 

Leonard Freed
Pagina dedicata a Leonard Freed dalla Magnum Photos: nulla meglio dei suoi scatti può descrivere un fotografo.

Direttamente dal blog Thema.

lunedì 7 novembre 2011

Credibilità dell'informazione e "trappole" della rete

 
Presso la Sala Bocconi del Circolo della Stampa di Milano
Corso Venezia 48, Milano
Mercoledì 9 Novembre 2011 ore 17.30
In occasione della presentazione della quinta edizione del
“Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione”
del prof. Ruben Razzante
Convegno sul tema:
CREDIBILITA’ DELL’INFORMAZIONE
E “TRAPPOLE” DELLA RETE 

Introducono:
Letizia Gonzales 
Presidente Ordine dei giornalisti Lombardia 
Giovanni Negri 
Presidente Associazione Lombarda giornalisti e Presidente Circolo della Stampa di Milano

Modera:
Silvia Brasca
Giornalista Mediaset

Interverranno:
Umberto Brindani
Direttore di “Oggi”
Vittorio Feltri
Direttore Editoriale de “Il Giornale”
Gianni Gambarotta
Giornalista economico
Marco Lombardi
Direttore Master in giornalismo Università Cattolica del Sacro Cuore
Vittorio Meloni
Direttore Relazioni Esterne Intesa Sanpaolo
Luca Sofri
Direttore de “Il Post”
Ruben Razzante
Professore di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano

La partecipazione è libera.
Si prega di darne conferma all’indirizzo

Prenderla con Filosofia - I Episodio

Dai tempi di Talete caduto nel pozzo mentre guardava il cielo, il filosofo viene etichettato come un distratto imbranato, privo di senso pratico.
Per smentire queste convinzioni ho deciso di creare questa rubrica per mostrare come nelle situazioni routinarie della vita l’ignoranza del filosofo (che va dall’economia, passando per la medicina, l’ingegneria fino alla meccanica) permette comunque in qualunque campo  di realizzare atti di creatività che consentono una reazione di sopravvivenza (quasi) normale di fronte a situazioni di contingenti difficoltà.
Insomma, in qualche modo nella vita se la cavano anche i pensatori fra le nuvole.
Presente la tavoletta del water? Quella che gli uomini lasciano sempre alzata facendo imbestialire le donne, al punto che la nonna Rina mi aveva detto che ai primi anni di matrimonio con suo marito gli aveva messo un cartello sul copriwater: "Abbassami!". Peraltro un cartello che mi aveva raccontato essere stato inutile: dopo decenni di rimbrotti lui la dimentica ancora alzata, quella maledetta tavoletta.
In ogni caso, cosa fa un filosofo quando suddetta tavoletta si stacca completamente?
Prende uno spago e crea un sistema di tiraggio che tenga tutto insieme, almeno fino a quando non verrà acquistato il pezzo di ricambio dal ferramenta.


mercoledì 2 novembre 2011

On vous souhaite tout le bonheur du monde

Sinsemilia - Tout le bonheur du monde

On vous souhaite tout le bonheur du monde
Et que quelqu’un vous tende la main
Que votre chemin évite les bombes
Qu’il mène vers de calmes jardins
On vous souhaite tout le bonheur du monde
Pour aujourd’hui comme pour demain
Que votre soleil éclaircisse l’ombre
Qu’il brille d’amour au quotidien

Una canzone dedicata ai bambini, perché il loro sia un avvenire sereno, senza guerre, senza ombre, ricco di amore.

martedì 1 novembre 2011

Le parole del lavoratore: il medico


Marco, 55 anni, Medico

Pensa ogni tanto a cosa vuol dire essere italiano e/o appartenere ad un Paese come l’Italia?
E’, questo, un anno particolare vista la ricorrenza del 150mo dell’unità d’Italia. Inevitabilmente tornano alla mente gli insegnamenti risorgimentali della scuola ma, anche, lo scarso pathos del periodo liceale dove Garibaldi era diventata una statua nell’omonimo corso. Canto l’Inno d’Italia nelle occasioni che lo permettono perciò condivido innanzitutto il significato di unità di questo Paese. La storia la cultura la scienza di questo Paese.

Ci sono aspetti del nostro Paese che La rendono orgoglioso di appartenervi?
La Storia di questo Paese, seppure con momenti travagliati, ha fortemente inciso sulla cultura di tutto il Mondo. Tutt’ora vi sono espressioni di valore riconosciute a livello planetario. Il gusto di vivere e di vivere con gusto ci appartiene e lo esportiamo nel mondo con la moda, il cibo, le auto.

Quali aspetti dell’Italia La deludono o La fanno arrabbiare?
Naturalmente in questo periodo è sotto gli occhi di tutti il degrado della politica. Con il periodo di “mani pulite” nel 1992 sembrava potesse nascere una nuova prospettiva per il nostro Paese. In realtà la stessa classe politica di “allora” si è semplicemente riciclata negli schieramenti a destra o a sinistra con risultati veramente sconfortanti. Inoltre troppi nostri giovani sono costretti a recarsi all’estero per avere un futuro di studio o di lavoro.

In che modo viene considerato quello che fa nel nostro Paese?
Credo che ancora il ruolo del medico abbia un significato positivo. Anche se negli anni questa figura ha subito l’assalto (e l’assillo) dei budget aziendali o dei limiti di spesa. Il medico ha dovuto, in definitiva, diventare anche un po’ ragioniere e questo non ha giovato innanzitutto, al paziente. Però credo che ancora esista molto del “far” del medico e venga riconosciuto, almeno dai cittadini, l’impegno se realmente dimostrato.

Ha qualche pronostico in mente sul futuro dell’Italia?
Non so fare pronostici. Non posso che pensare in positivo. Con fatica ma positivo.

Ha qualche consiglio da dare al nostro Paese e/o alle persone che lo compongono?
Lavorare. Inteso come produrre idee. Avere obiettivi. Lavorare per raggiungerli. Senza però calpestare gli altri.

Direttamente dal blog Thema.